Giu 8, 2022 / by Silvia De Giovanni / In Blog / Tag: Massimo volume
Vi è mai capitato di entrare in un negozio per acquistare qualcosa e pensare “sarebbe stato meglio comprarlo online”? Forse perché non abbiamo trovato esattamente quello che stavamo cercando, per l’impossibilità di fare il reso se dovessimo cambiare idea, o perché magari il personale non ci stava proprio così simpatico.
Tutti questi fattori influiscono ogni giorno nelle nostre scelte. Comprare online o comprare in negozio? Questo è il dilemma.
E se invece ci fosse un negozio in grado di farci vivere un’esperienza interattiva, cosa preferireste?
Noi un’idea ce l’abbiamo: secondo l’ultimo report di Adobe “Hybrid Retail Report 2022” la maggior parte dei consumatori italiani ammette di essere più a suo agio con le tecnologie self-service nei negozi rispetto ad un anno fa. Un’esperienza interattiva, dunque, che ci fa vivere il negozio in un modo diverso, nuovo: un’interazione sociale, ma con a disposizione le stesse informazioni sul prodotto come se fossimo con il nostro smartphone seduti comodamente dal divano di casa nostra (e il nostro amico peloso che ci dorme accanto).
La pandemia ci ha insegnato a vivere in un modo nuovo: distanti fisicamente, ma vicini digitalmente. Siamo però dell’idea che il contatto umano non potrà mai essere sostituito da un’interazione digitale, anche se allo stesso tempo tutto questo è diventato parte della nostra quotidianità.
Il bisogno di contatto e di interazione sociale ha ancora un posto nelle esperienze di shopping online e in negozio, attraverso l’utilizzo di realtà virtuali sempre più diffuse negli e-commerce e nei negozi fisici.
Quando decidiamo di acquistare qualcosa, a seconda della tipologia di oggetto, scegliamo se acquistarlo online o in negozio. È proprio in funzione della natura dell’oggetto e dalle nostre necessità che decidiamo cosa fare. Se non abbiamo tempo di andare in negozio perché gli orari non sono compatibili con i nostri, molto probabilmente sceglieremo di ordinare il prodotto online. Se invece abbiamo visto quella borsa molto costosa che desideriamo così taaaaaanto, preferiremo andare in negozio per vederla, toccarla, studiarla (prima di fare un acquisto così), vedere magari anche il portafoglio coordinato, farci consigliare dal personale del negozio e farci raccontare vita, morte e miracoli del marchio, fino a poi uscire soddisfatti con la shopper del negozio con dentro LA borsa e poterla già sfoggiare la sera stessa all’aperitivo con le amiche.
Quello che abbiamo raccontato sono due esperienze di acquisto diverse: la prima online, è rapida, sappiamo già quello di cui abbiamo bisogno e stiamo comprando per necessità. La seconda, invece, è diversa: ci prendiamo del tempo per il nostro acquisto, vogliamo vivere un’esperienza memorabile dentro QUEL negozio.
È per questo che numerosi negozi stanno sempre più unendo online e offline, adottando una strategia omnicanale, detta anche onlife – dove online e offline si uniscono fino ad essere un’unica dimensione.
La sfida dei marchi adesso è proprio questa: rendere i propri canali di vendita online e offline una cosa sola. (Indovinate chi ne parla da un bel po’?)
O meglio, stanno cercando di integrare dentro i negozi sempre più tecnologie digitali e punti di contatto che ci diano sia i vantaggi dell’esperienza online, che del negozio fisico, fino a vivere un’esperienza omnicanale.
Il Drive to store ad esempio (quando ti arrivano un sacco di notifiche push con offerte personalizzate sull’app di un brand se ti trovi vicino a un suo negozio), oppure il Click and Collect (quando compri online e ritiri l’articolo direttamente in negozio, con vantaggi come la spedizione gratuita, la flessibilità e la possibilità di restituire il prodotto gratuitamente) sono delle tecnologie digitali inserite all’interno di strategie omnicanale.
L’interfaccia utente diventa fondamentale con criteri come chiarezza, accessibilità e leggibilità e bla bla bla. In realtà anche l’interfaccia, come l’esperienza di acquisto, devono essere semplici. Fine. Tutto deve essere semplice, alla nostra portata, che non ci impegni troppo mentalmente.
Anche l’esperienza interattiva in negozio deve essere semplice, facile e immediata, quasi come il nostro smartphone. E quindi, è vero che i confini tra online e offline stanno scomparendo?
A nostro parere la risposta è sì, sta poi ad ognuno vederlo come positivo o negativo. Noi facciamo comunicazione digitale, crediamo nell’innovazione e nel cambiamento (come anche la signora Maria che a 70 anni si è acquistata lo smartphone per fare le videochiamate) e per questo, pensiamo che tutto questo possa essere un punto di forza e di partenza per il futuro. E per futuro, nel mondo del digitale si intende dopo, tra qualche ora, al massimo domani.
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